Più resa e sanità dal mais con l’azoto stabilizzato

Chi coltiva mais sa bene che per ottenere reddito dalla coltura è essenziale produrre granella in quantità e sanità migliori possibili, un obiettivo spesso ostacolato dall’andamento climatico dell’annata ma anche (e a volte sopratutto) da scorrette decisioni sul piano concimazione. Lavoro svolto nell’ambito del progetto Smart Nutrition in collaborazione con Informatore Agrario

Fertilizzazione del mais: attenzione alle fasi chiave

“Concimare correttamente il mais significa soddisfare le sue esigenze nutrizionali soprattutto tra levata ed inizio fioritura, in modo particolare quanto riguarda l’azoto, il cui assorbimento è massimo in queste fasi fenologiche. Non bisogna dimenticare però che un’ottimizzazione della gestione colturale, fondamentale per la redditività della coltura, richiede una particolare attenzione…”

Azoto stabilizzato: la scelta giusta in risaia

Chi coltiva riso in Italia sa bene quanto la fertilizazione sia una agrotecnica fondamentale, al pari del diserbo e della difesa fungicida, per ottenere i migliori risultati produttivi. La nuova Pac chiederà inoltre ai risicoltori italiani di mantenere le rese e l’elevata qualità del loro riso utilizzando meno input, quindi la fertilizzazione del futuro vedrà un sempre maggiore ricorso a tecnologie che razionalizzino le unità di azoto distribuite valorizzandone l’effcienza. In questo senso i concimi azotati a lenta cessione rappresentano un valido alleato. Lavoro svolto nell’ambito del progetto Smart Nutrition in collaborazione con L’Informatore Agrario.

Fertilizzare il mais per partire con il piede giusto

Sfruttare al massimo il vigore vegetativo del mais significa disporre da subito di piante vigorose, sane e in grado di affrontare i mesi successivi con maggiori chance di successo. La fertilizzazione alla semina riveste un ruolo fondamentale per ottenere questo risultato e l’azoto stabilizzato ha il vantaggio di essere disponibile fino alla fase di fecondazione nel mais, quando la richiesta dell’elemento è massima, quindi nella fase più critica per determinare elevate produzioni, un vantaggio anche in termini ambientali perchè si limitano le perdite per dilavamento e per volatilizzazione.

Fertilizzazione innovativa per resa e qualità del riso

La nuova pac chiederà ai risicoltori italiani di mantenere le rese e l’elevata qualità del loro riso utilizzando meno input, quindi la fertilizzazione del futuro vedrà un sempre maggiore ricorso a tecnologie che razionalizzano le unità di azoto distribuite valorizzandone l’efficienza. In questo senso i concimi azotati a lenta cessione rappresentano un valido alleato. Lavoro svolto nell’ambito del progetto Smart Nutrition in collaborazione con Informatore Agrario.

ENTEC®, il miracolo dell’azoto

Da oltre vent’anni Entec® è il fertilizzante che ha rivoluzionato la tradizione della concimazione azotata. Con la molecola DMPP (dimetilpirazolofosfato) brevettata, è stato il primo vero inibitore della nitrificazione utilizzabile su tutte le colture ed ambienti di coltivazione.

Nutrizione azotata della vite prima alleata della qualità

La riduzione dei cicli vegetativi, soprattutto per i vitigni più precoci e i maggiori rischi di siccità causati dal cambiamento climatico in atto, inducono modificazioni importanti nella composizione chimica del mosto e del vino (acidità titolabile, pH, potenziale aromatico, stabilità della materia colorante), in quanto il processo della maturazione avviene in presenza di temperature elevate, in piante stressate e con chiome poco efficienti. Lavoro svolto nell’ambito del progetto Smart Nutrition in collaborazione con Informatore Agrario.

Fertilizzazione, da qui inizia la trasformazione enologica

A partire dalla fine degli anni 80 la concimazione della vite in Italia ha evidenziato un’inversione di tendenza rispetto a un recente passato. Alla base di questo atteggiamento riflessivo nei confronti di uno strumento produttivo così importante ci sono diverse motivazioni, tra le quali gli effetti del cambiamento climatico sulle manifestazioni vegeto-produttive della vite e una mutata sensibilità del viticoltore nei confronti della sostenibilità ambientale.

Fertilizzare le orticole: serve affidabilità

«Nella zona che seguo ormai l’80% degli agricoltori sono imprenditori veri e propri, sanno bene quanto sia importante portare sul mercato dei prodotti orticoli di qualità migliore possibile e la fertilizzazione viene eseguita in modo corretto, prestando attenzione sia all’efficienza agronomica, sia alla sostenibilità ambientale». La zona di cui parla Daniele Fortunato, tecnico di Spazio Verde srl, è la Piana del Sele, che conta circa 8.000 ettari di colture orticole.